07 - Le persone che vanno alla Fonte
La passeggiata verso la vecchia fonte di Sant’Angelo è un percorso ricco di bellezza. Un personaggio illustre come Cesare Mamiani, nato qui alla fine del 1700 ed ultimo conte di Sant’angelo ma poi impegnato nei moti del 1831 del Risorgimento italiano, scrive nel 1841 al fratello, mentre è in esilio: “Vi farò ridere forse a dirvi che uno dei desideri che ò riposti nell’animo è di rivedere, indovinate? Sant’Angelo e gli alti pioppi che frondeggiano sulla discesa che va alla fonte”.
Nel corso dell’800 anche Costanza Monti, la bella e colta moglie di Giulio Perticari, passa molto tempo a disegnare e ad ammirare il luogo, che diventa la fonte dei poeti: il luogo viene eletto a scenario per declamare poesie e trovare nel contatto con la natura una intensa esperienza estetica insieme ai membri della sua Arcadia. Per gli straordinari membri di questo cenacolo Sant’Angelo è stato il luogo di svago e di riposo ma anche lo scenario ideale di un amore per la poesia che condividevano con Leopardi, Stendhal, Monti e che ha portato alla costruzione di un teatro sullo stile di quello di Pesaro.
Ma la fonte è sempre stato un luogo pubblico di approvigionamento dell’ acqua: anche quando è stata all’interno di una proprietà privata è il comune che si è occupato della sua manutenzione perché il suo utilizzo è sempre stato pubblico. Gli ultimi due interventi di cui si ha documentazione sono del 1834 e del 1882 e a questa data si deve probabilmente la trasformazione della fonte rispetto al disegno tramandato da Liverani, del 1850: la vasca quadrata è diventata tonda, dei gradini non permettono più che sia una fonte per gli animali e la struttura è stata delimitata da un muro e da una cancellata probabilmente per evitare conseguenze del cedimento del terreno. Sul nome dell’architetto autore della nuova fonte non ci sono ipotesi certe.
Oggi la sua funzione è esclusivamente estetica e culturale: si svolgono concerti, eventi culturali in genere.
Ma l’identità di questo luogo è legata al suo uso e alla sua funzione pubblica nella vita quotidiana. Il territorio di Sant’Angelo viene identificato con la fonte fin dai tempi più antichi, ben prima della nascita del castello: in documento del 1280 viene indicato come il paese il cui primo lato confina con la via che porta alla fonte.
Sicuramente essa è servita per abbeverare gli animali, per lavare e rifornirsi di acqua, per dissetare i cavalli (si dice anche quelli dell’esercito di Napoleone), per la sosta dei pellegrini. Dalla fonte fino agli anni ’40 del ‘900 uomini e donne hanno trasportato l’acqua con gli orci e fino al 1982 a questa è stato collegato un lavatoio all’ inizio della strada che poi è stato abbattuto perchè abbandonato.
Agli inizi del ‘900 il problema dell’acqua a Sant’Angelo viene risolto con la realizzazione di una Fonte Nuova: l’acqua viene portata da Montegaudio e la popolazione ha una fonte in piazza davanti a palazzo Marcolini, evento che merita una cartolina.